Giustizia

...IN CARCERE...

Siamo tutti d'accordo che il carcere non sia una bella esperienza ma, come in ogni cosa, ogni persona la vive in modo diverso.
Per alcuni è un'opportunità di cambiare vita, di fermare il treno degli eventi, quando viaggia inevitabilmente verso la distruzione.

Non tutti i carceri sono uguali, non tutte le persone affrontano la notizia alla stessa maniera, ma nell'inevitabilità della detenzione si possono trovare anche lati positivi.
Molti detenuti in prigione hanno un passato di tossicodipendenza, ed è proprio questa che li spinge a commettere crimini. Spaccio, furti, rapine, truffe; ogni accusa ha una pena diversa, ogni errore una soluzione possibile.

Luisa racconta la sua esperienza con la tranquillità di chi si è lasciato il passato alle spalle, ma con un pò di amarezza, come chi ha dovuto affrontare tante difficoltà.

Tornavo verso casa e sono stata fermata dalle forze dell'ordine. Mi hanno trovato 11 grammi di porcheria in tasca. E' iniziato il momento più difficile della mia vita: il cammino verso la consapevolezza.
Le ore passate in caserma, l'attesa e la paura, sapendo che il mio destino era nelle mani di qualcun altro. Poi il viaggio in prigione, la convalida dell'arresto dopo poche ore i lunghi mesi in attesa del processo."

A noi due le cose non andarono diversamente: colti in flagrante a rubare per la quinta volta, stravolti dalla sostanza e disperati, ci portarono in questura (non eravamo in trentino). Non ci aspettavamo, nella confusione mentale in cui ci trovavamo, di essere arrestati.
Ricordo le lacrime ed il terrore, l'amarezza e la consapevolezza che, poco più che bambini, avevamo sbagliato così tanto da meritare il carcere."

Quando sei incensurato di solito il Procuratore ordina gli arresti domiciliari in attesa del processo, ma non tutti tra noi sono stati così fortunati. Parlando abbiamo scoperto, che pur con delle differenze da carcere a carcere e da Paese a Paese, i diritti e i doveri dei detenuti sono sostanzialnmente gli stessi.

A volte le celle sono da dieci persone, altre da quattro, fino ad avere la cella singola.
Alcune hanno bagni e docce interne, altre richiedono turni per lavarsi in Servizi comuni.
Generalmente ogni carcere offre delle attività, ma sopratutto lavoro. Tutti vorrebbero lavorare per avere qualche soldo, per dentifricio, shampoo, tabacco, qualcosa da mangiare in più della mensa... ma spesso non c'è posto per tutti.
In alcuni carceri l'avere un periodo di inserimento nelle attività lavorative è d'obbligo, in altri ti viene concesso per buona condotta o altri motivi.
Solitamente i lavori sono pulizie, cucina, sartoria, produzione di manufatti ecc. in sezioni di fabbriche all'interno dell'istituto penitenziario.

L'impatto con l'arrivo in carcere di solito è scioccante. Io, essendo giovane e non avendo mai avuto una casa fissa, mi abituai abbastanza facilmente all'idea che ora la mia vita era lì. Feci amicizia con le altre detenute, e nonostante le nostre diversità (lingua, cultura, reato, età....) ho potuto imparare dal loro passato ad essere più consapevole di ciò che può accadere nella vita.

La mattina ci svegliavano alle 6,30 e andavamo al lavoro; ci pagavano davvero poco ma avevamo la possibillità di riempire le nostre giornate e non entrare nel circolo vizioso della noia, che prima o poi porta alla depressione.

Avendo problemi di tossicodipendenza avevamo a disposizione terapie con i farmaci sostitutivi, oltre ad antidepressivi, ansiolitici ecc.

A pranzo mangiavamo tutti insieme nella stanza comune, ma so che altri invece mangiavano nelle celle e il cibo gli veniva consegnato. Per loro la giornata era principalmente in cella e spesso c'erano delle ore in cui nei diversi "bracci" venivano aperte le celle in modo che i detenuti/e potessero fare due passi e chiacchierare.

Quando si è fortunati nelle carceri si trova anche la biblioteca, la palestra, la chiesa con un ministro di culto a disposizione, e ovviamente l'ora d'aria è un diritto scontato; tutti la devono avere.

Talvolta per i detenuti volenterosi ci sono anche possibilità di studio.

Purtroppo, nonostante il possesso di droghe sia ovviamente vietato e punito con l'isolamento, si dice che in alcune prigioni girino sostanze e farmaci. Questo può essere estremamente pericoloso per chi sta facendo un cammino di disintossicazione; quando sei chiuso, lontano dagli affetti, spesso ti senti impazzire e le giornate sono pesanti tonnellate... come sarebbe facile sballarsi ancora una volta. Riuscire a resistere è la battaglia più grande e la più grande vittoria!

...Si può dire che per me, come per molti di noi, l'arresto sia arrivato al momento giusto e mi abbia impedito di raggiungere il punto di non ritorno sul piano sanitario. Entrare in carcere però è scendere un altro girone d'inferno che spesso allontana sempre più quel famoso "fondo" tanto anelato da chi ci vuole aiutare.

Ormai non è più così. Il fondo è infinitamente profondo e lontano: le dosi costano sempre meno. La prostituzione di giovani anime è la merce prelibata per lavoratori e padri di famiglia. La coca la usano professionisti e signorotti.

Il fondo non si tocca più: da drogato disperato a malato psichiatrico permanente il passo è breve. Che sia per i farmaci che ci dovrebbero curare o per le droghe sintetiche killer, noi rischiamo di essere in mano alla distruzione tutta la vita.

Siamo ragazzini quando ci cadiamo dentro... abbiamo bisogno di adulti coraggiosi che ci liberano dalle grinfie di qualcosa di molto più grande di noi. Sgridarci, punirci, abbandonarci, ci mette in pasto a chi ride e ci aspetta in piazza.

I tempi sono cambiati... cambiate anche voi...

Il carcere ti mette alla prova. Può essere, come ogni altra occasione, l'inizio del cambiamento. Le esperienze di cura maggiori risultano comunque essere le alternative al carcere che spesso noi detenuti malati, se abbiamo una buona condotta, possiamo richiedere.

Quindi, o in famiglia, o nelle comunità terapeutiche, o in associazioni specializzate, possiamo trasformare la detenzione in "cura" e vittoria!

Qui da noi ritengo che si siano realizzati percorsi di alternativa proprio belli e che hanno portato esiti sconvolgenti.

Noi qui, in seguito ad una richiesta scritta e all'approvazione del giudice, possiamo incontrare la direttrice per un colloquio che, tutte le volte che è possibile, si trasforma nell'inizio del percorso di creazione del progetto individualizzato di detenzione alternativa e, appena il giudice lo approva, si arriva nella nuova famiglia!

Certo non è facile. Uscire dal carcere dopo mesi o anni di isolamento dalla società e ripartire da zero richiede una volontà di ferro e tanta fatica.

Ma la soddisfazione di riavere il controllo sulla propria vita e la guarigione del proria interiorità, ripagano tutti i sacrifici compiuti.